È ovvio che in una società in continuo mutamento come quella nella quale viviamo, proprio le trasformazioni ed i cambiamenti siano all’ordine del giorno. Fa raccapriccio però che, come è successo a Brandizzo, l’interruzione o l’incomprensione di una procedura nella catena di comando faccia saltare la sicurezza ed a causa di questo la vita umana venga messa a rischio.
È proprio per questo che il vostro inviato speciale è andato a vedere che cosa è successo, per cercare di capire la sequenza degli eventi e se possibile farsi un’idea, al fine di poter evitare per il futuro simili tragedie.
[Abbiamo voluto riportare il presente articolo perché riteniamo che l’aspetto assicurativo in queste situazioni, svolga un ruolo essenziale, nonostante le limitazioni e le eterne controversie. Per questo motivo (e per molti altri) è necessario operare con alta professionalità ed approfondire sempre le dinamiche dei rischi da assicurare, tralasciando (spesso) la “tariffa”. Tralasciamo appositamente l’illustrazione dei fatti che si riferiscono alla tragedia di Brandizzo in quanto abbondantemente conosciuti. n.d.r.]
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Il contratto di subappalto accettato dalla ditta Sigifer di Borgo Vercelli specifica chiaramente cosa c’è da fare. Il lavoro di sostituzione di sette metri di binario andrà, per procurare meno impedimento possibile al traffico ferroviario, svolto di notte e nel minor tempo possibile.
Quando un ente committente si avvale del lavoro in subappalto, si sa come sono impostate le procedure. L’esecutore materiale delle opere, ultimo anello della catena di un’aggiudicazione al ribasso, cercherà in ogni modo di stare nei prezzi e sarà motivato a fare il lavoro nel più breve tempo possibile.
Certo i regolamenti ci sono, le sicurezze sono previste, i capitolati parlano chiaro, i controlli sono affidati a chi deve verificare il tutto, ma l’azione sarà influenzata dallo stato delle cose. Se vuole portare a casa un po’ di guadagno, la ditta deve fare più in fretta che può.
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Le indagini sono in corso, una prova cinematica nelle stesse condizioni di accadimento e replicando la medesima dinamica, dovrà essere condotta in loco; quindi è ancora presto per trarre qualche giudizio.
Non vi è invece l’attribuzione di alcuna responsabilità a carico dei due macchinisti del treno che hanno avuto il via libera con segnale verde ed hanno messo in movimento la locomotiva. Nel buio della notte ad una velocità di più di 100 km. orari, stavano eseguendo il loro compito ignari del fatto che sui binari fossero presenti cinque operai. Senza saperlo li hanno falciati come fuscelli.
ALCUNE CONSIDERAZIONI
È il metodo che crea il caso?
La storia degli appalti soprattutto quelli pubblici nel nostro paese è da sempre storia travagliata. Bandi, esperimenti di gara, varianti in corso d’opera, stato di avanzamento dei lavori, sono tutti passaggi della procedura che di volta in volta hanno rivelato qualche criticità. Il codice degli appalti è per questi motivi una delle norme che ha subito rimaneggiamenti ed aggiustamenti nel tempo. Le certezze nell’esecuzione dei lavori, perciò non sono proprio una costante.
Sono questi i motivi per cui le procedure formali non sono quasi mai osservate. Imperativo poi per l’esecutore materiale delle opere puntare su qualche utile da realizzare, per cui le cose debbono essere portate avanti velocemente. Bisogna prendersi avanti coi lavori ed anche in questa tragedia, pare aleggiare quest’aria.
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IMPLICAZIONI ASSICURATIVE
In teoria la catena della distribuzione dei lavori e dei compiti realizzativi dovrebbe essere ben definita e quindi non porre problema alcuno nell’attribuzione delle responsabilità. Ma come sempre il diavolo si nasconde nelle pieghe.
La Società o l’Ente che intendono conferire un appalto infatti sono vincolati a precise procedure pubbliche per la sua aggiudicazione. Procedure che in genere disciplinano la responsabilità di tutti. Dall’Ente appaltante, all’aggiudicatario. Da quest’ultimo ai subappaltanti, ai loro fornitori, tecnici, ditte terze, fornitori d’opera o di servizi, tutti almeno sulla carta dovrebbero attuare la catena delle procedure di sicurezza e scongiurare così l’accadimento dei danni.
Le cose però sono spesso cambiate dalle interferenze e dai passaggi. Ogni volta, infatti, che si procede ad una ridistribuzione del lavoro, le risorse si assottigliano e chi arriva da ultimo a valle deve talvolta accontentarsi delle briciole. Per rimanere all’interno dei costi allora comincia a speculare, lesina sui tempi e sulle procedure, elimina i passaggi di controllo, quando non peggio spinge le persone a dare di più senza curarsi del come.
Quando capitano le tragedie poi si andrà a sollecitare l’assicurazione poiché ponga rimedio pagando il danno, ma dovremo in ogni caso tener conto che la sola responsabilità coperta con una polizza è quella accidentale. E questa pare spesso aver poco a che fare con l’accadimento di fatti solo in apparenza accidentali.
Da ultima una considerazione sui controlli. Non è forse responsabilità della stazione appaltante rendersi garante delle procedure di sicurezza per l’esecuzione dell’opera?
Ed allora, non è appena il caso di sottolineare che in tragedie come quella di cui ci siamo occupati in queste righe, si possa dire che il compito di questi soggetti non si esaurisce solo nelle procedure, ma nella verifica puntuale del loro realizzarsi?
Fonte Assinews 15 Settembre 2023
Dall’inviato speciale Ugo Ottavian